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Panettiere disperatamente cercasi

Mancano i fornai in Abruzzo, ma al pane non va meglio nel resto d'Italia


Manca il pane, allora dategli le brioches! La famosa boutade di Maria Antonietta sembra anacronistica, ma con i chiari di luna che si intravedono potrebbe benissimo essere riciclata nel prossimo futuro. La notizia è che scarseggiano i fornai in Abruzzo e a suonare per prima la campana (non a festa, purtroppo) è stato il presidente dell’associazione panificatori abruzzesi. Sta diventando sempre più difficile trovare persone che si vogliono dedicare alla professione, malgrado il salario sia di tutto rispetto e possa arrivare fino ai 3.000 euro. Il sospetto è che la questione non sia solo regionale e ce lo conferma anche Giacinto Mingione, presidente CNA alimentare di Matera. “Confrontandoci con i colleghi di altre regioni ci siamo accorti che il problema riguarda un po’ tutta Italia. Credo che la difficoltà sia legata soprattutto al lavoro notturno – afferma Mingione –, se fosse sviluppato nelle ore diurne di gente disponibile a lavorare nei forni ce ne sarebbe. In tal senso noi a Matera ci stiamo attrezzando per far iniziare i turni dalle 4 del mattino in poi”. 

A ben guardare sono anche altri i punti critici che indeboliscono il settore: la concorrenza della grande distribuzione e una generale discesa in picchiata della qualità dei prodotti da forno. Difficile effettivamente competere con chi può tenere aperto sette giorni su sette e vendere a prezzi competitivi. Se poi consideriamo il fatto che il consumatore si è abituato o rassegnato a mangiare pane che fa fatica ad essere definito commestibile all’ora di cena, abbiamo disegnato il quadro completo della degenerazione che sta colpendo quello che era uno dei gioielli della gastronomia nazionale, l’arte della panificazione.

 

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