Portami una porter
Le birre scure d'Inghilterra, molto in auge nell'Ottocento, ritornano in grande spolvero sulla scena brassicola contemporanea
Una delle più affascinanti categorie che la Renaissance birraria ha il merito di aver riportato all’attenzione del grande pubblico è sicuramente quella delle porter. In realtà non esiste una ben codificata “porter”, ma numerose interpretazioni e varianti; è uno stile che ha attraversato tre secoli di perenne evoluzione mantenendo come unici parametri distintivi il colore scuro e l’importante tostatura dei malti. Queste birre compaiono nei primi anni del XVIII secolo e raggiungono l’apice di popolarità all’inizio dell’800. Non solo conquistarono tutte le fasce sociali d’Inghilterra e d’Irlanda ma, grazie al periodo di crescita sociale ed economica, si diffusero in tutto l’Impero.
È con le porter che si iniziarono a stabilire le basi dell’industria birraria moderna. La rivoluzione industriale e le innovazioni tecnologiche infatti influenzarono moltissimo questo stile. Per l’enorme successo e la sostenuta domanda impianti e cisterne diventano via via sempre più grandi. Nacquero così le prime grosse fabbriche di birra britanniche. Le porter vennero definite beer e non più ale - accezione riferita alla birra tradizionale. Tuttavia, le sue origini sono ancora oggi dibattute e si confondono con le leggende… Si dice che nel Settecento era comune mescolare i diversi tipi di ale – pale, brown e old – tra loro; questa miscela era ordinata come “entire”. Nel 1722 il mastro birraio Ralph Hardwood avrebbe iniziato ad offrire agli avventori del proprio pub, il Bell Brewhouse, una entire preparata con proporzioni fisse e ben definite. La nuova birra, scura, di carattere e buona gradazione, fu apprezzatissima dai clienti del locale, principalmente facchini – porter – lavoratori dei vicini mercati generali, ed è a loro che deve il proprio nome. Un’altra ipotesi, forse meno pittoresca ma certo più pragmatica, vuole che, per far fronte alla concorrenza delle costose pale ale che stavano spopolando a Londra, i birrai svilupparono questa nuova proposta: migliorarono le proprie birre scure – maggiore luppolatura, malto scuro meno costoso e invecchiamento in cisterne di legno - e aumentarono i volumi di produzione per abbassare i costi.
Durante il Secolo breve questo stile venne quasi dimenticato per riaffiorare poi alla fine degli anni Ottanta grazie ad alcune microbrewery. Ne sono paradigmatici esempi l’interpretazione del birrificio statunitense Anchor, ma possiamo citare anche quelle delle brewery britanniche Meantime o Samuel Smith. Due buoni esempi nazionali, invece, sono la 2 Cilindri del Birrificio del Forte e la KeTo Reporter di Birra del Borgo.