L'arte antica di timbrare il pane
A Matera torna l'usanza di marchiare la pasta lievitata
Si fa presto a dire pane di Matera. La differenza, ci spiega il nostro esperto Tonino Nobile, sta già negli ingredienti: per quello di Matera viene usata la semola rimacinata di grano duro di cui il sud Italia, per ragioni pedoclimatiche, è molto ricco. Tuttavia, non è solo la scelta delle materie prime a rendere questo prodotto così speciale, un ruolo importante è giocato anche dalla cultura materiale a esso connessa. Oltre agli oggetti funzionali alla sua produzione (forno a legna, macinini, macinelle, etc.), legati alla tradizione del pane materano c'erano anche degli utensili curiosi che oggi sono stati recuperati.
Si tratta dei timbri con cui ogni famiglia locale marchiava la pasta per differenziarla prima di cuocerla nei forni comuni. Piccolo oggetto dalla grande forza evocativa, il timbro per il pane è il simbolo di un mondo agricolo e pastorale. secondo lo studioso Enzo Spera, la consuetudine di imprimere un segno sul pane era diffusa fino agli anni Settanta non solo a Matera, ma in tutto l’appennino lucano-campano-molisano, nell’Alta Murgia e nella Calabria settentrionale. La pasta lievitata veniva segnata con appositi marchi di legno formati da una parte inferiore (dove venivano incise le iniziali del capofamiglia) e da un manico rappresentante una figurazione simbolico-decorativa.Oltre a essere utile, quest’utensile possedeva una profonda carica simbolica. Secondo Spera, infatti, le decorazioni antropo e zoomorfe dell’impugnatura alludevano a riti propiziatori legati alla fecondità, al benessere familiare e al consolidamento di vincoli affettivi. Non è un caso che i marchi erano i regali più diffusi durante il corteggiamento di una donna, il primo passo con cui un uomo l’approcciava. Il timbro alludeva all’impegno futuro di fare il pane insieme, cioè di mettere su famiglia.
In un clima di revival del vintage, qualcuno ha pensato di recuperare l’arte pastorale dei timbri. Si tratta di Massimo Casiello, giovane informatico materano che, ricordando i racconti della nonna, ha deciso di creare un laboratorio artigianale in cui fabbricare nuovamente questi utensili. L’idea è attecchita e ancora oggi a Matera si usa imprimere la pasta del pane per differenziarlo quando è fatto con farine particolari o in occasioni speciali. Il giorno della proclamazione della cittadina a capitale europea della cultura, Massimo ha creato un timbro con il logo Matera 2019 che ha fatto imprimere su tutti i pani sfornati con lo scopo di includere simbolicamente tutti i materani in un’unica famiglia.