I Pizzoccheri sono solo della Valtellina
Una sentenza del tribunale dell'impresa di Milano tutela il prodotto della regione contro eventuali falsi
4 aprile 2014: segnatevi questa data fondamentale per la difesa dei prodotti del territorio. La svolta è dovuta a una sentenza dei giudici del Tribunale dell’impresa di Milano che ha stabilito che i Pizzoccheri della Valtellina, per poterli definire tali, devono essere prodotti esclusivamente in questa regione. La controversia aveva visto opporsi, da un lato il comitato per la valorizzazione dei Pizzoccheri della Valtellina e il pastificio di Chiavenna, dall’altro il pastificio Annoni che, nella bassa Bergamasca utilizzava impropriamente l’etichetta.
L’azienda di Fara Gera d’Adda, infatti, si serviva dell’indicazione “dalla Valtellina” per contraddistinguere i propri prodotti, fatti però altrove. I giudici lo hanno ritenuto doppiamente colpevole: di concorrenza sleale, nei confronti del pastificio della provincia di Sondrio (il solo che, producendo in quell’area delimitata, è autorizzato a commercializzare i pizzoccheri con il marchio della loro storica origine) e di inganno dei consumatori che poteva essere evitato attraverso l’impiego di espressioni quali “tipo Valtellina”, senza quel complemento di provenienza che ha fatto la differenza nell’emissione del giudizio.
La sentenza è immediatamente esecutiva: il Pastificio Annoni dovrà liquidare la somma di 30.000 euro al Comitato valtellinese per la valorizzazione dei Pizzoccheri e di 100.000 euro al Pastificio di Chiavenna. Le confezioni e i materiali promozionali riportanti l’indicazione della falsa provenienza dovranno essere distrutti e i produttori della bassa Bergamasca non potranno più commercializzare i Pizzoccheri della Valtellina, pena il pagamento di 200 euro per ogni confezione venduta.
Una vittoria, quella del comitato valtellinese e del pastificio di Chiavenna che, oltre a segnare un precedente per la tutela dei prodotti IGP (Indicazione Geografica Protetta), fa ben sperare sull’ottenimento del marchio per i produttori della Valtellina in quanto ne riconosce l’esclusività di realizzazione e di commercializzazione. L’iter per la tutela del prodotto era stato interrotto da anni proprio per l’opposizione del pastificio Annoni che, rivendicando le origine storiche della pasta al territorio della bassa Bergamasca, aveva chiesto di allargare la zona di produzione, incontrando l’irremovibile rifiuto del comitato valtellinese che vedeva in siffatta richiesta la premessa per la produzione di un falso storico.