Marchesi alle stelle
7 percorsi e 5 accidenti per il compleanno di Gualtiero Marchesi
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Portato alle stelle ( fino a tre ), messo in discussione più volte, maestro per molti, provocatore per altri. Un cuoco prima, uno chef poi che ha un segno indelebile nella storia della Grande cucina del Buon Paese. Forse, fino ad oggi l’unico. E’ Gualtiero Marchesi! Perché parlare ancora di questo personaggio? Il primo motivo è che, fra qualche giorno compirà 80 anni, quindi per fargli gli auguri. Ma soprattutto perché il 17 aprile verrà inaugurata, a Milano, al Castello Sforzesco “Storiae d’ Italia, Gualtiero Marchesi e la Grande Cucina Italiana, 7 percorsi e 5 accidenti“.
Per la prima volta, alla cucina made in Italy viene riconosciuta una valenza culturale; un’ attribuzione cronica in Francia, ma inedita in questo paese che non riconosce alla cultura materiale la C maiuscola. Sempre in Francia cuochi, gastronomi e pasticcieri, ogni anno, sono insigniti con le più alte onorificenze assieme ad artisti, scrittori, imprenditori etc. Da noi , silenzio !
7 percorsi e 5 accidenti sono una dichiarazione d’intenti: Marchesi ha sempre, come un artista, cercato di mescolare le arti, mettendo appunto assieme cucina, musica, architettura e arte. E per ricordare che lo chef milanese ha sempre avuto grande coerenza, ho ripreso una mia intervista del 2 novembre 1984, da cui Carlo Cracco, come ha dichiarato ad un settimanale, scoprì il Maestro e chiese di andare a lavorare con Lui.
“Il cuoco che si limitasse a ripetere pedissequamente ciò che la tradizione gli ha insegnato- disconoscerebbe quella che è la sua vocazione naturale. Egli non è mai il meccanismo esecutore di una cucina esanime, ma il sensibile interprete del patrimonio che eredita del passato e che arricchisce con la sua esperienza e con il suo talento. Come la musica , così anche la cucina presuppone uno spartito ed un interprete; nella realizzazione di una ricetta c’è sempre la personalità più o meno spiccata di chi la esegue: di chi la riporta in vita, facendola propria. In questo senso non esistono dubbi che la cucina autentica sia sempre risolutamente e rigogliosamente nuova”.
C’è chi vede in Marchesi il peccato della Nouvelle cuisine, ma sempre nell’intervista del 1984 appare profetico sul futuro di questo stile di cucina, da cui emerge un aggettivo con il quale mi piace definire lui e la sua cucina nel tempo: “Contemporaneo sempre” anche nella contraddizioni.
“Non ci sono dubbi che un giorno un nuovo tipo di cucina la soppianterà, relegandola nel dimenticatoio, ma quella che oggi (1984) chiamiamo nuova cucina rappresenta un preciso momento nella storia dell’evoluzione del gusto e della gastronomia, in cui al di là del contributo singolo è riconoscibile uno stile che influenza un periodo storico”. Chissà se Marchesi durante la sua mostra ci dirà se oggi esiste uno stile italiano.