La Barbagia in un autentico ristorante sardo

Cala Gonone si delineava come un gioiello incastonato tra la montagna e il mare, penultima tappa di un pazzo Grand Tour della Sardegna, supportato da un improbabile piccolo fuoristrada. Natura, cultura e salsedine hanno segnato in modo indelebile il girovagare enogastronomico, che si chiudeva sempre con una scelta rituale del ristorante per la cena.

GiCappa è stato un must, anche per portare un saluto, frutto di un’amicizia reciproca ormai consolidata nel tempo, ma soprattutto nel cuore. L’ora tarda e le curve tra i paesaggi nascosti della Barbagia per qualche momento hanno fatto sì che mi domandassi dove stessi andando. Vero, Oliena non sarà una metropoli, ma posso garantirvi che la ricompensa supera di gran lunga qualsiasi aspettativa.

Un crescendo di artigianalità, partendo dall’antipasto della casa, che seleziona salumi e formaggi del territorio. Il tris di primi appaga la voglia di assaggiare le diverse forme della notevole pasta fatta in casa. Si parte dai ravioli ai dieci aromi, più delicati, ricchi dei profumi che si percepiscono tra i sentieri che portano ad alcune delle spiagge più belle. Completano il tris i “maharrones hurriaos” al pomodoro e i “Maharrones de busa” con sugo di lepre, un gusto saporito che annuncia al palato l’arrivo del protagonista: l’atteso porcetto (consiglio di richiederlo alla prenotazione). Ancora fumante si presenta in abito croccante su un tagliere di legno accompagnato da un piatto di “tamati hin vrughe”, pomodori cosparsi di cagliata fresca di latte. Le “sevadas” sono il dolce del quale proprio non si può fare a meno, una volta entrati nel mood delle mangiate sarde e queste credo avrebbero tranquillamente fatto alzare da tavola con il sorriso anche un pastore vecchio stile.

Cenceddu anima i tavoli che stanno per salutare e non risparmia preziosi consigli o curiosità sul territorio nel quale è cresciuto. Un’esperienza autentica che concede all’ospite di immergersi, con tutti i sensi, nella magnifica tradizione sarda.