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I nuovi promotori del made in Italy? Gli ambasciatori

Provocazione di Oscar Farinetti a Taste 7


“Il futuro è meraviglioso perché il più rimane da fare”.

Con queste parole di Oscar Farinetti, ideatore di Eataly, al Gastronauta Davide Paolini si apre l’incontro sulle prospettive di sviluppo e vendita del prodotto artigianale italiano, al secondo giorno di Taste 7. Il commento ottimista si riferisce al centinaio di Paesi là fuori che aspettano di conoscere e assaggiare il meglio dell’enogastronomia italiana. E per evitare equivoci, Farinetti aggiunge che la qualità non deve essere di nicchia o per ricchi e appassionati, ma occorre sia alla portata di tutti.


“Il primato italiano su cui bisogna investire è la biodiversità in enogastronomia che è ben rappresentata in una manifestazione come Taste”. A cui si aggiungono due aspetti positivi del carattere nazionale: la capacità produttiva e la voglia di fare delle aziende. Quello che è mancato negli anni è invece l’aiuto delle istituzioni e la presenza di persone competenti all’interno di esse, anche se l’arrivo del nuovo ministro dell’Agricoltura, Catania, fa ben sperare. Parole positive sono state spese anche per la diplomazia italiana, i cui ottimi rappresentanti, per Farinetti, dovrebbero essere usati per fare da  ambasciatori al prodotto italiano. Perchè “l’unica nostra chance è andare a vendere all’estero”.


Anche l’educazione alimentare riveste un ruolo importante e deve diventare insegnamento primario nelle scuole. Come anche la comunicazione, iniziando col rimettere la bandiera italiana al centro del packaging di quelle aziende che seguono un metodo di produzione italiano.

Ultime battute infine per la prossima apertura di uno store Eataly a Firenze, un grande centro dove si punterà molto sulla didattica, anche in lingua per gli stranieri, puntando sugli aspetti basici della cucina italiana.

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