Dieta Mediterranea
Servirà davvero a valorizzare il patrimonio italiano?
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Nel gergo calcistico verrebbe definito un “autogol” sebbene per molti che hanno gioito è invece la rete del successo. Il paragone è con la notizia del possibile riconoscimento dell’Unesco alla “dieta mediterranea” come patrimonio dell’Umanità. In modo provocatorio, che poi spiegherò, chiedo “ma che ci azzecca” questa dieta con la cucina italiana o meglio con le una, dieci, cento cucine italiane nonché con i 4.125 prodotti agro alimentari tradizionali delle regioni sui quali, in molti, in tanti puntano come sviluppo dell’ economia locale.
Che ci azzeccano la cucina, pardon la dieta, e i giacimenti made in Italy con Marocco, Grecia e Spagna, paesi che hanno avanzato con l’Italia la richiesta all’Unesco. Hanno qualche parentela i risotti, i tortellini, i culingionis, le lagane etc con paiella o il cous cous? Con tutto il rispetto per le altrui tradizioni, oltre all’olio d’oliva e qualche pomodoro c’è ben poco da spartire.
Al di là di questa compagnia di giro gastronomico, sposare la dieta mediterranea, scoperta (!) da Ancel Keys, medico americano e fatta propria dagli stessi yankees, significa “mortificare” quello straordinario e unico patrimonio (in questo caso davvero dell’Umanità) costituito dai salumi e dai formaggi, di cui tutte le regioni italiane sono ricche, veri beni da l’export.
La dieta cosidetta mediterranea tocca quei pochi prodotti che, appunto, sono in concorrenza con quegli stessi paesi, con cui è stato chiesto il riconoscimento Unesco. Insomma un’operazione “Tafazzi”.
Last but not least la dieta mediterranea è propria, come ha mostrato Keys, di una parte ristretta del territorio italiano ma lascia fuori regioni piuttosto importanti sia dal punto di vista culinario, sia da quello della produzione agricola. Non è certo mia intenzione di voler contrapporre alla mediterranea una dieta padana che, come l’altro, non rappresenta lo stile italiano a tavola; per motivi storici, culturali ed economici sarebbe stato più illuminante non proporre la candidatura o imitare la Francia con la sua “cucina francese”.
Sarà davvero bizzarro promuovere nel mondo le centinaia di tipologie di formaggi e i tanti salumi, vero patrimonio alimentare “made in Italy” assieme al vino (non mi risulta sia in dieta) con il cappello di paese a dieta mediterranea… Sine qua non