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Alla Peca

Il menu lascia l'impronta


L’impronta del carrubo! Un gioco di parole per raccontare un ristorante di Lonigo, “La Peca”, che appunto in dialetto Veneto significa “impronta”, “traccia”…che, giustappunto,  resta in bocca, nel ricordo, dopo aver assaggiato “i tagliolini di carruba mantecati al broccolo fiolaro con ostriche, garusoli e limone marinato “Un piatto gustoso, armonico che lascia davvero il segno nella memoria, accompagnato da un vino bianco (garganega) Pico 2009 Monte di Mezzo, prodotto a chilometro zero, da Angiolino Maule.

Una intelligente combinazione tra la farina di carrube, tipica della Sicilia, in particolare di Rosolini (Siracusa) e il broccolo fiolaro vicentino: due grandi prodotti da conoscere e approfondire per la loro duttilità. In particolare i frutti del carrubo, pianta nobile nel portamento, longeva e magica, possiedono potenzialità tuttora inespresse in cucina e in fitoterapia. Soprattutto i semi, battezzati in maniera bizzarra: caràte, derivato dall’arabo “qirat”, cioè grano di carrubo o anche “piccolo peso o peso costante” perché hanno tutti lo stesso peso, da cui il termine “carato” usato come unità di misura in gioielleria.

I fratelli Portinari, Nicola (chef) e Luigi (in sala) l’impronta la lasciano non solo nei tagliolini di carrube, ma in molti piatti della vasta carta, a cominciare da una proposta semplice, semplice: “solo...la primavera nel piatto”. Solo erbette e verdure del momento (tanoni, bruscandoli, rosole, tarassaco, asparagina, piselli), ciascuna con un leggero condimento, presentate come una tavolozza di un pittore, guarnite con qualche fiore. Un modo leggero e gusto per passare poi al resto del pranzo. Diverse le proposte dei primi piatti della Peca (via Giovannelli, 2 lonigo , tel. 0444 830214) oltre ai tagliolini, da vedere e assaggiare “l’acquario dell’ Adriatico”, diversi raviolini di pesci e crostacei, che creano contrasti di sapore in bocca, con alghe e verdure. Tra i piatti forti si può scegliere fra le carni in particolare l’oca in pignatto con misticanza del suo collo, raperonzoli e mango al pepe nero, e soprattutto tra i pesci, dove il baccalà e merluzzo sono serviti in tre maniere diverse: fritto di baccalà, merluzzo nero ricoperto di baccalà mantecato, insalata di merluzzo con budellina.

Variegata e ricca la scelta di dolci, dove le impronte sono tante, ma il gelo di mela verde con sorbetto di lamponi e crema acida al bergamotto non solo è originale nella scelta degli ingredienti, ma anche nella presentazione. Soprattutto è un dessert adatto a chi ha già gustato più portate. La carta dei vini è strepitosa con largo spazio anche ai naturali e con un pregio raro: i ricarichi sono finalmente “umani”.
Sine qua non Davide Paolini

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