Torna a inizio pagina

Il 20 febbraio è la notte delle bacchette

Una serata di solidarietà contro la psicosi da Coronavirus


L’ignoranza e la disinformazione fanno sempre paura, più di un virus. Così la psicosi da coronavirus, alimentata da fake news e dal potere non controllato dei social, ha creato un clima di diffidenza e pregiudizio nei confronti della comunità cinese con relativi danni sulla ristorazione. Nella sola Milano le attività di ristorazione cinese si aggirano intorno a 1.500 e, come afferma Luca Sheng Song, presidente di Uniic, l’Unione Imprenditori Italia Cina, al momento sono gli esercizi più colpiti dalla psicosi.

Infatti, anche se l’OMS e il Ministero della Salute hanno chiarito che non c’è alcun possibile rischio contagio del virus attraverso il cibo e nonostante le materie prime usate dai ristoratori siano quasi sempre di origine italiana, i ristoranti cinesi in Italia si stanno svuotando con un calo delle prenotazioni che, in alcuni casi, raggiunge anche il 50%. E c’è stato anche chi, sconfitto dallo sconforto, ha sospeso temporaneamente la propria attività: è il caso del ristorante Wheat di via Bambaia che dopo un periodo di chiusura forzata, ha deciso di riaprire con uno sconto del 30%. A fare da contraltare alla psicosi che sta danneggiando la ristorazione cinese ci sono state tante iniziative: dal food tour in via Sarpi in compagnia di Vittorio Castellani, alias chef Kumalè, alla colazione a Chinatown lanciata dal sindaco Beppe Sala, dal corso professionale di cucina cinese della Food Genius Academy alla cena antivirus organizzata da Italia a tavola all’hashtag #iovadoalcinese, creato sui social dal blog A Milano Puoi.

Per dare un ulteriore calcio alla diffidenza, alla discriminazione e alla paura, il 20 febbraio (non a caso durante la Giornata Mondiale della Giustizia Sociale) sarà La notte delle bacchette. La serata, nata dalla collaborazione di Lorenzo Biagiarelli con un gruppo di ristoratori cinesi (Ravioleria Sarpi, Ramen a Mano, Wonton, Le nove scodelle, Mao Hunan, Kanji Fusion e relativi gruppi) si propone di fare solidarietà attraverso il coinvolgimento di ristoranti, sale da tè, enoteche, gastronomie. Ogni locale offrirà un piatto solidale e devolverà il 50% del ricavato per sostenere una delle comunità duramente colpite dal Coronavirus. Contemporaneamente, sui social, è stata lanciato l’hashtag #bacchettechallenge, la sfida che consiste nel filmarsi mentre si spostano nove oggetti (anacardi, ravioli, ma anche chicchi di riso) da una ciotola all’altra, scandendo a ogni passaggio una lettera della frase “Forza Cina”, e taggando nove amici.
L’appuntamento è per il 20 febbraio all’insegna delle bacchette.

ADV