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Le strade del cibo

Quello che altrove viene definito street food da noi è il vero simbolo della tradizione e diversità culinaria italiana


Il cibo di strada italiano è un patrimonio di una cultura materiale in via di estinzione, un percorso gustativo fra i luoghi della memoria. È uno dei straordinari retaggi della nostra storia e delle nostre tradizioni. Non c'è territorio che non ne abbia qualche esempio. E' il popolare che dai chioschetti o dai locali di porto entra nelle abitudini alimentari e sociali. La mappa del cibo di strada italiano è una fotografia nitida e dai colori vivaci di un Paese dalla grande ricchezza e stravaganza gastronomica, un’Italia un tempo povera che con prodotti modesti ma appetitosi ha conquistato i palati. 


Il lampredotto nella sua semplicità, poiché realizzato con l'ultima parte dello stomaco, miete vittime di golosi davanti ai carretti dei trippai fiorentini. A Livorno è ancora possibile gustare “cinque e cinque”: torta di ceci condita con pepe servita in un panino morbido. E’ una variante della cecina, nonché della farinata ligure o fainà, di cui un tempo Genova offriva molte “sciamadde” dove poterla gustare. E se la porchetta ha invaso l’Italia con mezzi super attrezzati, diventando un cibo di largo consumo industrializzato, restano fra Lazio e Umbria ancora i veri artigiani che la preparano con la cottura a legna. 

In Emilia romagna accanto alla regina del cibo di strada, la piadina, trova posto una corte reale di tutto rispetto: il fritto misto, il tortello nella strada, il crescione, il gnocco fritto, la torta fritta, la crescentina, la tigella, il borlengo. Se poi ci si sposta nel Meridione, ed in Sicilia in particolare, si potrà visitare la culla stessa del cibo di strada. Qui i profumi della terra si mescolano con quelli delle pietanze che vengono preparate all'aria aperta sui furgoncini oppure con gli odori che provengono da botteghe nascoste in vicoli stretti. Soprattutto nei mercati di Catania e di Palermo è difficile resistere alla tentazione delle varie specialità che qui come da nessun altra parte hanno antiche radici.


Per saperne di più su questo nostro straordinario patrimonio sintonizzatevi su Radio 24 sabato 2 febbraio alle 11. E non dimenticate di dire la vostra lasciando un commento in bacheca, su Facebook o su Twitter (oppure chiamando in diretta il numero 800240024 o inviando un sms al 3492386666) 


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(L'immagine è tratta da www.teladoiofirenze.it)

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